D. Scorpione -  RIFLESSIONI ARMONICHE - 1701

Riflessione 43ª sopra le Conseguenze.

La conseguenza, dunque, altro non è, se non un artificioso inseguimento di due o più parti modulanti prende il nome dal verbo "consequor" che vuol dire seguitare, onde, conseguenza, qui non significa che sequela; le sue specie si restringono in fughe, in imitazioni, e in canoni, però vedremo prima che cosa sia fuga e di quanti modi possa farsi, dopo verremo a riflettere su imitazioni e canoni.




Riflessione 44ª sopra le Fughe.
La fuga, cosiddetta, perché alcune parti che modulano, seguitano un'altra che fugge, altro non è, se non un artificiosa composizione fatta con tale ordine e regole che quello che è modulato da una, può modularsi dallo da un'altra, oppure da più parti, ed è di due sorti cioè o libera, oppure obbligata.

La fuga libera è quella che non obbliga il compositore a servirsi, ora di alcune, ed ora di alcune altre consonanze, né la restringe ad ordinare la sua composizione in modo che le parti si abbiano a seguitare dal principio alla fine, ma solo in qualche parte, come si vede in questo esempio.



Queste fughe libere, essendo fatte sopra le corde del tono, sopra cui sta fondata la composizione, si dicono regolari, ma se sono fuori di esse corde, vengono dette irregolari.

Tale modo di fugare può farsi a quante voci si vogliono, con farsi entrare le parti del modo che si disse nella riflessione 29ª, avvertendosi solo di vantaggio, che le parti che seguono ripiglino la fuga prima che le precedenti facciano cadenza, oppure nelle stesso atto di cadenza, questo farà si che ché l'intreccio riesca più vago e grazioso.

La fuga obbligata poi è quella che obbliga il compositore ad ordinare il talmente della sua composizione, che una o più parti, abbiano da seguitare un'altra dal principio fino alla fine e questo può farsi in due modi, cioè,
  • o col soggetto che procede con i medesimi movimenti delle parti,
  • oppure col soggetto distinto da esse parti.
Restringeremo dunque le specie del primo modo sotto un ordine, e quelle del secondo sotto di un altro.



Riflessione 45ª sopra le Specie di fughe obbligate del primo ordine.

Le fughe obbligate di questo primo ordine sono quelle, nelle quali le parti modulano per intervalli simili a quelli del soggetto, il quale si chiama guida, conforme alle suddette parti si chiamano conseguente.
Guida, è sempre quella parte che entra prima a modulare e che invita le altre a seguirla, se poi vi sarà una sola parte, che avrà da seguire, questa assolutamente si dirà conseguente, ma si saranno più, la prima che entrerà dopo la guida si dirà primo conseguente, la seconda secondo conseguente, e così le altre.

E poiché il soggetto non può disporsi, che in quattro modi, cioè: o ascendere, o discendere per seconda per terza per quarta o per quinte, perciò diremo che le fughe obbligate contenute sotto questo primo ordine, non potranno farsi se non che degli suddetti quattro modi.

Ascendendo dunque il soggetto per seconde, si può fugare alla diapente, in modo che la parte proceda ancora per seconde, cominciando con una figura minore propinqua alle figure del soggetto, nell'ascendere; ma ne discendere, la parte aspetterà una pausa della detta figura minori propinqua; si può ancora fugare alla Sub diapente, in quest'altro modo: la parte nell'ascendere aspetterà una pausa di figura minore propinqua a quella del soggetto, e nel discendere comincerà con la figura, che sia minore propinqua come qui si vede.


Ascendendo il soggetto per terze, si può fugare alla diapente, cominciando con pausa, e terminando con figura minore propinqua a quella del soggetto, si può fugare ancora al Subdiapente, cominciando con la figura minore propinqui, e terminando con la sua pausa; ma se il soggetto discende per terze, la parte che fuga alla diapente comincerà con la figura minore propinqua e terminerà con la sua pausa e quella che fugherà alla Subdiapente comincerà con la pausa, e terminerà con la figura minore propinqua; come si vede nell'esempio.


Ascendendo il soggetto per quarte, si fugherà alla diapente cominciando con la figura minore propinqua a quella del soggetto, e terminando con la sua pausa; discendendo il soggetto, nel primo si metterà la pausa e nel fine la figura minore. Si può anche fugare alla subdipente cominciando con la pausa nell'ascendere e terminando con la figura minore propinqua, facendo il contrario del discendente, come si vede nell'esempio.


Con il medesimo soggetto si può ancora fugare alla diapason, ed alla Sub diapason, fugandosi alla diapason, nell'ascendere si darà principio con la pausa e si terminerà con la figura minore, discendendo il soggetto si darà principio con la figura minore propinqua e si terminerà con la sua pausa, al moto contrario della fuga si farà al Sub diapason, perché qui si comincerà con la figura minore propinqua, e si terminerà con la sua pausa, nell'ascendere, e nel discendere si comincerà con la pausa e si terminerà con la figura minore come si vede nell'esempio.


Per ultimo, se il soggetto ascende o discende per quinte, si può fugare alla diapente ed alla Sub diapente, disponendosi le parti del modo, come si vede in questo esempio.


Si può ancora, con il medesimo soggetto, fugare alla diapason ed alla Sub diapason, disponendosi le parti come qui si vede.



Riflessione 46ª sopra le fughe obbligate del Secondo ordine, particolarmente per quelle che si fanno all'unisono.

La differenza che c'è tra le fughe obbligate del primo ordine e le obbligate del secondo è che il soggetto di quelle procede con i medesimi movimenti delle parti e di queste fanno i medesimi movimenti del soggetto e tanto le parti quanto il soggetto si possono diminuire di un medesimo modo; ma queste [del secondo ordine], sopra delle quali abbiamo da riflettere, procedono altrimenti, perché il soggetto non ha i medesimi andamenti delle parti, né le parti quelle del soggetto, ma questo fa un cammino e quelle seguendo la guida ne fanno un altro, e perciò le fughe del secondo ordine si dicono separate o distinte dal soggetto.

Queste fughe si fanno in più e in diversi modi, ma il soggetto: in cinque maniere può disporsi, cioè, o come stare fermo in una corda, o ascendere, e discendere per seconde, per terze per quarte o per quinte.
Stando il soggetto in parte grave e fisso in una corda, si può fare la fuga all'unisono, A 2, A 3, ed a più voci, con osservarsi questa regola.
  • Primieramente sopra del soggetto si componga una parte in modo che non passi sotto di esso soggetto.
  • Secondo, dopo la quinta non si va dalla sesta.
  • Terzo, non si facciano salti di quarta.
  • Quarto, non si frequenti un passo una volta fatto; composta la prima parte che è la guida, con tali osservazioni, ed essendo il soggetto di Semibrevi,
  • entrerà il primo conseguente dopo la pausa di una minima;
  • il secondo, dopo la pausa di due minime;
  • il terzo, dopo la pausa di tre minime,
  • e così si va sempre crescendo la pausa di minima, per ogni parte, che si aggiungerà, osservandosi che ciascun conseguente sia distante dall'altro per la detta pausa, come si vede nell'esempio.



Se il Soggetto sarà in voce acuta, oltre alle Regole date sopra, vi è quest'altra, ovvero che qui può entrare la Sesta, come si vede dall'esempio.