Friedrich Wilhelm Marpurg
Del contrappunto per movimenti contrari a due parti

estratto dal trattato Abhandlungen von der Fuge, 1753 (vers.in francese)

Una composizione in cui le parti hanno il movimento contrario nel suo riversamento, si chiama Contrappunto per movimenti contrari.

Mentre il movimento può essere libero o vincolato altrimenti, rimando a quanto è stato detto nella prima parte del capitolo I, per determinare il tono con il quale dobbiamo iniziare quando il movimento deve essere vincolato. In relazione alla libera circolazione non può essere impiegato per l'ordinario che di due modi:

Prima maniera


Poniamo l’ottava della tonica in ascesa, di fronte alla ottava della tonica in discesa.
ut re mi fa sol la si ut
ut si la sol fa mi re ut

La tonica si rivolta in tonica, la seconda in settima e così di seguito. Se il contrappunto inizia con un MI o con un SOL, bisognerà quindi riversarlo nelle note relative nella scala a lei allineata e quindi avremo un LA ed un FA.

Seconda maniera.


Abbiamo posto l' ottava della Tonica, in ascesa, di fronte alla ottava della Dominante in discesa. prendendoli per esempio, in do maggiore:
ut re mi fa sol la si ut
sol fa mi re do si la ut

La Tonica si cambia in dominante; la seconda del tono diventa Quarta, e così via. Se quindi, che la melodia del Contrappunto inizia con un FA o un SOL e sarebbe necessario, riversare la melodia nel moto contrario, bisogna modificare questi intervalli in RE o in UT, e così di seguito.

Di qualsiasi tipo di movimento ci si serva, ribaltando le parti di una composizione, gli intervalli rimangono gli stessi, la terza resta terza, la sesta sesta, e così degli altri; nonostante questo, possiamo usare comodamente gli intervalli consonanti, come la terza ottava-quinta e sesta per la composizione di un contrappunto per moto contrario, in generale, le dissonanze non possono essere né preparate né salvate regolarmente e non possono di conseguenza, essere prese in considerazione.
Ce ne sono tuttavia alcune che possono essere impiegate contro la regola generale; ma si rende necessario che le parti, nel loro riversamento o prenderla come sta, o in maniera più libera, al di là di ogni modifica alla tonica-dominante. Ne parlerò suo luogo.

Gli intervalli che possono servire sono la terza, la quinta, la sesta, la ottava. Per le dissonanze non c’ é altro che la quinta falsa, la quarta superflua, la seconda superflua e la settima diminuita, che possono essere impiegate.

Vedere la tavola X, fig.2.
Questo esempio viene riversato per movimento contrario alla fig.4, il Soprano viene cambiato in Basso ed il Basso in Soprano. Per quello che ci sono le due chiavi riversate, per cui la vera figura chiave della fig.2 è quella che precede il segno del tempo, questo è il suo uso: la prima serve per indicare il tono nel quale il riversamento si deve fare secondo l’intenzione del compositore, dobbiamo solamente girare il foglio e guardare a ritroso l’esempio dato in questione, leggendo da destra a sinistra si troverà subito il riversamento.
La seconda chiave che è quella del mezzo serve a riconoscere questo riversamento tramite uno specchio e girando e girando solamente il foglio senza essere obbligati di leggere da destra verso sinistra, però non ci serviremo di queste due chiavi assieme, solamente nel canone se ne fa questo uso.

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Vedi la Tab. X fig.7, 8
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Vedi la Tab. X fig.11, 12 Abbiamo un canone perpetuo


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Evitando di fare due Terze di seguito si può trasformare questo contrappunto a due in un terzetto, inoltre, evitando pure due seste di seguito, si può ottenere un Quartetto: ripetendo la parte di sopra una terza sopra ad essa e la parte di sotto pure una terza sopra di essa.

Tab. X Fig. 5 e 6 Composizioni che si rapportano alla figura 2 e 4

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Tab. X Fig. 9 e 10 Composizioni che si rapportano alla figura 7 e 8


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